Capita spesso di imbatterci in link tipo t.co/Io6dNn31 o nyti.ms o tanti altri. Questi link li troviamo spesso su facebook o twitter ma navigando sul web ci accorgiamo che essi sono sempre più spesso utilizzati. Si tratta di link personalizzati, ovvero link che nascondono link più lunghi, percorsi verso pagine che in questo modo vengono ridotti per comodità. Ma personalizzare i link non è solo utile per risparmiare spazio, oggi questa tecnica è diventata un modo fondamentale per rafforzare la nostra presenza sui social network.
Parliamo in particolare dei branded links che sono studiati apposta per generare più click, e non quelli anonimi che sono solo una sequenza più o meno casuale di caratteri. Negli ultimi anni la personalizzazione dei link si è diffusa parecchio, ad esempio come citavo all’inizio, c’è l’esempio del New York Times che usa come branded link nyti.ms, ma i casi sono tanti e questo aspetto del marketing viene spesso sottovalutato. Uno dei motivi per ideare questo tipo di link è rendere il proprio url più facile da ricordare ai nostri utenti.
Nel caso del New York Times, il risparmio di lettere è tangibile e se ne guadagna anche in memorizzabilità del link. Inserire il nome del brand nel link aiuta in questo obiettivo per cui quando ideate un branded link, fatelo! Inoltre personalizzare gli short link è utile anche per distinguersi e dare subito all’utente un punto di riferimento del brand di cui si tratta. Inoltre con questo tipo di lavoro si ottiene più fiducia negli utenti che vedono già il brand specificato nel link a differenza dei link casuali dietro i quali si potrebbe nascondere di tutto.
I siti che offrono il servizio di link shortener sono molti come Hootsuite, Bitly e anche lo stesso Google ma si tratta di sequenze di numeri e lettere a caso, creare un link come si vuole è una cosa diversa, occorre o acquistare letteralmente un dominio ma creato propriamente da noi, oppure customizzare il link ad esempio offerto da bitly.
