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Tecniche SEO: gli errori più comuni da evitare

Tecniche SEO: gli errori più comuni da evitare

Nella promozione dei siti web, l'ottimizzazione delle ricerche organiche sui motori di ricerca è fondamentale. Le tecniche come sappiamo sono innumerevoli ma accanto alle best practice, chiamate anche White Hat Seo, ovvero le tecniche lecite e utili, ci sono anche le worst practice (Black Hat Seo) rappresentate da metodi illeciti e ingannevoli, che grazie all'evoluzione dell'algoritmo di Google vengono interpretate comeweb spam e inevitabilmente penalizzate. Di seguito analizzaremo i principali errori da non commettere per non vedere i propri sforzi SEO andare in fumo. 

1. Repetition. Spesso si pensa che imbottire il testo di parole chiave sia un modo per ottenere un ranking più alto nei motori di ricerca. Questo è sbagliato e Google ci insegna che l'esperienza utente è fondamentale, pertanto tutto ciò che viene inserito in una pagina deve essere coerente con un utilizzo proficuo da parte dell'utente, senza esagerazioni inutili. 

2. Dumping. Simile  alla repetition è il dumping ovvero l'inserimento nel testo di parole a caso con l'intenzione di far indicizzare la pagina a Google grazie a più parole chiave possibili. Anche questo è un errore, in quanto Google noterà che certe parole non hanno utilità nella coerenza della pagina e vi penalizzerà.

3. Weaving. Copiare il testo da altri siti, seppur autorevoli non aumenterà la vostra visibilità, anzi, oltre a incorrere in denunce per plagio il vostro sito subirà anche un importante declassamento della classifica di Google, pertanto non fatelo. 

4. Stiching. Simile al weaving questa tecnica consiste nell'estrapolare molte frasi di argomenti diversi tra loro da pagine autorevoli per inserirle in un'unica pagina. Avrete già capito che anche questo metodo è inutile oltre che dannoso per il vostro sito. 

5. Duplicate. Anche duplicare i contenuti propri e originali su più pagine dello stesso sito è un modo per venire penalizzati da Google. Il motore di ricerca non sopporta contenuti duplicati su più pagine e pertanto un buon SEO specialist non lo farebbe mai. 

6. Doorway pages. Spesso si trovano pagine web con URL diverso dal sito web principale, vuote e senza contenuti, con lo scopo di rinviare al sito principale. Questa è una worst practice non consentita da Google. 

7. Bad quality backlink. I link in ingresso e in uscita provenienti da siti di bassa qualità collegati al proprio sito sono un motivo di declassamento da parte dei motori di ricerca, meglio puntare a siti autorevoli. 

8. Paid backlink. Anche utilizzare link in ingresso a pagamento verso siti specializzati non è una tecnica ben vista da Google, perchè potrebbe essere visto come un metodo ingannevole per raggirare l'utente.

9. Hiding. Nascondere all'utente le tecniche black hat è dannoso, in quanto Google se ne accorgerà. Ad esempio evitate di scrivere parole invisibili, ovvero dello stesso colore dello sfondo, oppure inserire link invisibili. 

10. Social media spam. L'interazione con i social network è fondamentale per ottenere visibilità, ma attenti a offrire contributi utili all'utente e non postate sui social solo per ottenere backlink di bassa qualità.

Alcune testimonianze

Ecco un paio di testimonianze.

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